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lunedì 19 aprile 2010

Il riccio, il bruco e la farfalla


Ancora non so dovrò andrò finire perchè mi è venuta un insensata voglia di scrivere, di buttare giù quello che mi passa per il cervello.. di solito non promette bene anche se parto con un'idea generale che inesorabilmente finisce per essere stravolta dal mio flusso di coscienza (ebbene si una schiava ha una coscienza!)
Questa sera, ho visto il film "Il riccio", ovviamente ho letto anche il libro ma questo taccuino non vuole assumere i soliti colori banali e scontati che tanto piacciono alla massa, quindi non mi addentrerò nell'eterno dibattito il-libro-è-meglio-del-film.
Io credo di vivere nell'anonimato, le persone più disattente quando mi vedono assieme a Master Woland pensano che siamo una coppia normale, che si ama, magari un po' strana perchè lei gli apre la porta del ristorante, gli versa l'acqua da bere ogni volta che il bicchiere si svuota... ma rimaniamo pur sempre una coppia; per anni ho passato la mia vita a nascondere tutti i miei talenti, le mie passioni, le mie paure più intime per non farmi ferire dagli altri con il risultato che la mia fama di essere asociale è cresciuta a dismisura. Mi consideravo libera, libera di non appartenere nessuno e di non essere schiava di quello che tutti noi riconosciamo come amore..
E poi?
E poi cosa è successo?
E poi cosa è successo a quel animaletto selvaggio che osserva nel suo angolino le persone che gli passano daventi a suoi occhi mentre la sua vita scorre lentamente con una melodia tristemente vuota di sottofondo?
E poi ho incontratto Master Woland... Non so dove ho sentito che dopo una grande dolore siamo ricompensati con L'amore, che arriva prepotentemente come un urgano portandosi via tutte le tue credenze, tutte le tue certezze lasciandoti desolata come un paessagio spoglio della sua vita precedente.
Dapprima ti accorgi di essere vivo e guardi il mondo con occhi diversi con un insolita curiosità, cerchi si sfuggire alla tua nuova natura, cerchi di scappare come hai sempre fatto quando il gioco inizia ad assumere toni viapinti di vicinanza emotiva e di nudità integrale fino a quando un giorno ti svegli con la consapevoleza che non puoi più fare a meno di apparternere a Lui; inizi ad arrenderti ormai stanca di combattare le tue battaglie interiori e il guscio, la corazza che ti sei costruita per proteggerti da te e dagli altri lentamente si sgretola; il bozzolo, dentro il quale hai nascosto tutti i tuoi tesori, si schiude e finalmente liberi le tue ali da farfalla per volare accanto a Lui.

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